Nella giornata di oggi è andata in Cielo mamma Maria F., la mamma di sr Anna. Mamma Maria, molto anziana, si è abbandonata dolcemente tra le braccia del Padre, accompagnata in questi ultimi giorni proprio da sr Anna, primogenita di quattro fratelli. Mamma Maria ha dedicato la sua vita interamente alla famiglia, ha condiviso con il marito il lavoro portando avanti lo studio di contabilità, lasciando la sua professione di farmacista; la prematura ed improvvisa scomparsa del marito l’ha interpellata a vivere con ancora più profonda generosità la sua vocazione di madre, occupandosi totalmente dei suoi figli e accompagnandoli nella loro crescita. Ha incoraggiato i figli a prendere pienamente la loro strada, seppur nelle loro diverse sfaccettature, la vocazione religiosa per una così come l’insegnamento universitario per un altro, l’architettura per un altro ancora e persino la musica per il più piccolo che ha suonato in tutto il mondo con artisti noti. Mamma Maria aveva deciso da molti anni di lasciare la casa e vivere presso la struttura di un Istituto religioso, continuando a seguire i figli con discrezione e attenzione. Un incontro preparato lungamente quello di oggi con Gesù e noi insieme chiediamo che sia un incontro di festa per l’Eternità. A Napoli, martedì saranno celebrati i funerali.

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità della concezione Immacolata di Maria, a Lei, che è primizia dell’umanità redenta, rinnoviamo la gratitudine nel ventiseiesimo anniversario di fondazione del nostro Istituto religioso. Già tra i primi articoli delle Costituzioni non mancano i riferimenti alla Mamma, così come leggiamo già nell’articolo 4:

Le Suore del Bell'Amore coltivano uno speciale rapporto con Maria, non basato sull'imitazione, ma sulla partecipazione alla sua esperienza di vita, tutta ordinata a Cristo Gesù.

L'Istituto vuole offrire dei luoghi di incontro e di crescita umana e spirituale, intorno a Maria. Esso dà un particolare rilievo all'operatività del sacerdozio regale espresso nella Chiesa dai laici, dai consacrati e in particolare dalla donna.

In Maria, le suore desiderano concorrere alla generazione di nuovi membri e di cellule vive del Corpo mistico, irradianti ovunque la comunione dello Spirito, che unisce e distingue.

Possano, ogni suora, ogni membro della famiglia e quanti condividono questo spirito, essere portatori della limpida gioia di Maria tra le strade del mondo.

 

È il 1994, dicembre, il 3 dicembre, l’anno volge al termine ma, come ogni anno, si fa sempre più viva l’attesa del Natale, festa cara a grandi e piccini, tripudio di gioia e tenerezza per i cristiani e invito universale alla bontà. A Palermo, poi, c’è un altro importante appuntamento, è Maria, in questa città, ad aprire le feste, e i palermitani, che un tempo promisero di versare il loro sangue per difendere il dogma dell’Immacolata Concezione, si riuniscono in tutte le famiglie, quasi convocati dalla Madre nel giorno che chiamano, per antonomasia, la “Festa della Madonna”.

In tutte le chiese della città, il 3 dicembre, si celebra il quinto giorno delle Novena dell’Immacolata, e proprio Lei, 26 anni fa, nella Chiesa di Palermo, prepara un dono.

Una suora, sr Nunziella, alla fine dell’estate del 1994, era giunta a Palermo, dal Cardinale Pappalardo, per affidare alla Chiesa un sogno, un desiderio, una missione. Chi conosce questa storia sa che sr Nunziella non era sola, altre suore condividevano già questo desiderio che sentivano quasi come “desiderio di Maria”, tutto era già stato confidato e affidato alla Chiesa di Roma, nei Palazzi della Sede Apostolica e proprio da lì l’incoraggiamento ad andare avanti a cercare una Chiesa locale che sapesse e potesse accogliere un nuovo carisma da donare alla Chiesa universale. La calda Sicilia e il cuore di padre e pastore del Cardinale Pappalardo si offrono quale terra feconda per questo nuovo germoglio. Agosto, settembre, ottobre, novembre… mesi intensi, sr Nunziella incontra tantissime volte il Cardinale di Palermo, si prepara tutto, il Cardinale capisce che il tempo è maturo perché questo germoglio possa divenire un alberello della Chiesa, pronto a dar riparo ai suoi figli, il suo discernimento è attento e prudente, la sua gioia evidente, sa che è espressione della Chiesa, che un carisma non è mai una “faccenda legata solo ad una Chiesa locale” e quindi la sua comunione con la Chiesa di Roma è esplicita, attenta, filiale, non rinuncia perciò a consultare la Santa Sede, che, tuttavia, ben sa di quanto si parla.

Il 3 dicembre, negli appartamenti di un palazzo antico di corso Calatafimi, arrangiato un po’ per diventare la Casa Madre di un Istituto religioso, squilla il telefono, è il Cardinale: “Roma ha dato il suo assenso!”.

Il suono di quel telefono resta impresso nel cuore e nella memoria delle suore… e anche chi il 3 dicembre del 1994 era troppo giovane o non c’era ancora oggi canticchia “Il 3 dicembre a Casa Madre, squilla il telefono, è il Cardinale…” sulle note di una parodia che le prime suore inventarono per ripercorrere insieme al Cardinale, in un momento di festa, i primi passi dell’Istituto.

 sr Daniela P.

 

 

Sono tante le attività a cui la pandemia ci ha costretto a rinunciare, tante abitudini da rimodulare, forse abbiamo anche imparato a gustare il sapore di “non scontato” della nostra quotidianità, eppure nulla può fermare la vita, lo scorrere del desiderio di un “di più” nell’anima, la spinta verso un Dio che è Bellezza e che ci fa sperare, sognare, camminare incontro all’altro. E così, anche in questo tempo, una “spinta giovane” ci porta avanti “verso la terra indicata”, eco di una promessa antica e per sempre rinnovata.

Tra le giovani in contatto con l’Istituto qualcuna ha sentito il desiderio di mettersi in cammino verso la meta indicata da Dio, per scoprire e concretizzare la propria specifica vocazione. Il “Centro giovanile” propone un’esperienza comunitaria di vita cristiana insieme ad altre giovani, condividendo la vita della comunità religiosa in vista di concretizzare la propria vocazione in una scelta di vita; oltre alle ragazze interne ce ne sono altre “esterne” che possono condividere alcuni momenti e alcune attività. Nonostante Casa Madre al momento non sia tanto grande ci si dà da fare per poter mettere a disposizione qualche spazio e… si pensa a nuove modalità di incontro un po’ più virtuali data la situazione legata al coronavirus. Intanto, le prime giovani hanno iniziato la loro esperienza comunitaria con varie modalità.

Tra un po’ di stucco e di ducotone, una lezione di italiano e un esame di greco da ripassare, un pranzo da preparare e un incontro, la preghiera e qualche momento di distensione… si cammina con gioia per vivere e testimoniare Dio Amore, il solo in grado di riempire il nostro cuore

Da un po’ di tempo diverse giovani in contatto con la comunità di Naso hanno iniziato a fare rete, nonostante i disagi legati alla pandemia che in questi ultimi mesi tocca la nostra quotidianità. Email, incontri online e qualche telefonata hanno tenuto collegate le ragazze con la comunità e fra loro in modo da poter “camminare insieme” pur nell’impossibilità degli incontri di presenza.

La difficoltà nell’organizzare gli incontri in comunità non è stata, però, un impedimento per mettersi in gioco e condividere quanto ricevuto: ognuna ha potuto fare l’incontro di Punto luce, nella sua casa, con i “suoi congiunti”, moltiplicando così i “Punti luce”, ne è nata una rete di luce che ha “trovato a casa” a Naso come a Capo d’Orlando e persino a Caccamo, in provincia di Palermo… ognuna è stata, nella sua casa, espressione concreta del gruppo, condividendo quanto aveva ricevuto.

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