Carissime e carissimi tutti,

eccomi di nuovo a voi, come di consueto, per riprendere il nostro cammino nell’ottica di questo nuovo punto luce, che vuole approfondire il mistero dell’unità fra noi in Cristo Gesù.

Dio Trinità, solo e completo in tutto, ha da sempre concepito un piano d’amore volto a comunicare la sua vita divina fuori di sé alla creazione, chiamandoci a partecipare alla comunione trinitaria in Cristo attraverso l’incarnazione del suo Verbo fatto uomo e la ricapitolazione universale dell’umanità e del creato in lui nella pienezza della parusia che verrà e verso la quale siamo incamminati. In questa esaltante prospettiva vorrei meditare con voi la bellezza dell’unità a cui siamo chiamati se ci apriamo all'azione di Dio e ci amiamo come Gesù ci ha amati, cioè fino al dono della vita come egli ha fatto sulla croce.

 

Il comandamento nuovo di Gesù ci chiede di amarci reciprocamente come lui ci ha amati, cioè fino al punto di dare la vita l’uno per l’altro, solo così saremo uniti nel suo nome e potremo sperimentare la presenza viva di Gesù fra noi. Egli, infatti, afferma nel Vangelo che dove due o più sono uniti nel suo nome, egli è in mezzo a loro (cfr. Mt 18,20). È interessante notare che egli parla di “due o più” senza precisare altro, si può dunque trattare di due persone qualunque di diversa età, cultura, condizione sociale, credo e religione. Se esse si riuniscono nel nome di Gesù, il loro incontro produce un fatto straordinario: il Risorto si fa presente fra loro, illuminando e riscaldando la loro vita e quella di coloro che entrano in relazione con loro; succede come quando in un circuito elettrico il contatto del polo positivo con quello negativo produce luce, calore, energia...

Tale presenza di Gesù, del Santo fra noi, è tale che davanti ad essa tutto va posposto anche la nostra santità personale, e ciò è possibile se ci facciamo vuoti davanti al fratello e alla sorella da amare, accogliendo Gesù fra noi e in noi, in ciascuno di noi, sul nulla di noi, facendoci dono d’amore come Gesù crocifisso e abbandonato che non ha considerato un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma ha spogliato se stesso, assumendo la natura di servo (cfr. Fil 2, 6-7).

Gesù crocifisso che, sulla croce, giunge a gridare «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato» (Mc 15,34) fa, in qualche modo, l’esperienza di perdere Dio per donarcelo, per renderci cioè partecipi della natura divina. Anche noi, se vogliamo fare l'esperienza concreta dell'unità con gli altri, dobbiamo saper perdere tutto, anche la nostra precedente esperienza di Dio, anche le nostre certezze, per diventare un vuoto d'amore, per rinnegare noi stessi e farci puro dono, solo così, se dall'altro lato il fratello o la sorella risponderanno con lo stesso amore, allora l'unità in Gesù sarà piena; va detto, però, che egli l'ha chiesta per noi al Padre, nella preghiera sacerdotale: «Tutti siano una cosa sola… perché il mondo creda» (Gv 17,21).

L'unità fra noi è, dunque, un dono di Dio da chiedere nella preghiera e a cui aprirci per accogliere l'Emanuele, Dio fra noi, sul nulla di noi.

Non possiamo costruire l'unità coi nostri sforzi umani, né possiamo godere di questa grazia, se non restiamo fedeli all'amore reciproco guidati da Gesù abbandonato unica via per giungere alla vera unità.

La presenza di Gesù fra noi non è stabile, possiamo perderla se non siamo più pronti a dare la vita gli uni per gli altri, essa esige il restare uniti nel suo nome, cioè il dono totale di sé.

Impariamo a dichiararci, esplicitamente, l'un l'altro, la nostra volontà di essere uniti in Cristo a qualunque costo. Diciamoci reciprocamente: "Io sono pronto a dare la vita per te e tu?". Facciamo tra noi il patto di restare uniti, ricominciando sempre, per custodire la presenza di Gesù fra noi, sul nulla di noi, fatti in Maria a con Maria vuoto amante, silenzio d'amore.

Gesù fra noi è la fonte della nostra gioia, è presente fra noi anche se fisicamente lontani, egli vale più della nostra vita.

Per sperimentare tale presenza operativa di Gesù in mezzo a noi, è, però, necessario essere uniti nel suo nome, senza incrinature o compromessi. Ci si potrebbe, infatti, unire per compiere una missione comune o un'opera di grande valore umano e sociale, ma ciò non basterebbe; per essere uniti in Cristo è necessario che egli sia l'unico motivo della nostra unità sul nulla di noi, cioè sul nulla di tutti i nostri progetti e interessi anche santi.

Guardiamo a Gesù abbandonato che si è donato pienamente a noi, vivendo il nulla di sé, per darci la vita di Dio, per farci figli e figlie di Dio; amiamoci reciprocamente come lui ci ha amati, solo così sperimenteremo l'unità in Cristo e diventeremo membra del suo Corpo mistico, Chiesa viva.

 

sr. Nunziella

 

 

 

 

 

 

SLOGAN:             Custodiamo la presenza di Gesù fra noi, in Maria.

 

 

 

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Carissime e carissimi tutti,

mi ritrovo spesso in questi giorni a meditare sulla bellezza della nostra vocazione cristiana e del mirabile piano di grazia che Dio Padre ha su ciascuno di noi in Cristo Signore. Siamo stati creati da Dio per la comunione, lasciamoci guidare da Gesù sulla via dell'Amore, abbandonandoci con fiducia alla sua amorosa conduzione. Guardiamo persone e cose con sguardo di fede, diffidando dei nostri pensieri e delle nostre impressioni personali, quando la tentazione ci porta a giudicare gli altri con sicurezza, dimenticando che solo Dio sa quello che c'è nel cuore di ogni suo figlio e figlia. Non fermiamoci alle apparenze, coltiviamo un sincero sentimento di umiltà, sapendo che dobbiamo ogni giorno imparare ad amare. Gesù vuole renderci partecipi della comunione trinitaria, ma non è possibile accogliere in noi simile grazia se non facciamo il vuoto dentro di noi, se non purifichiamo la nostra memoria da ricordi negativi per vedere con occhi nuovi ogni fratello e sorella e ricominciare ogni momento ad amare tutti e ciascuno con fiducia.

 

«Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14,9) è la risposta data da Gesù a Filippo che gli chiede di mostrargli il Padre, essa rivela il rapporto ineffabile che lega il Padre al Figlio nella Trinità, a cui fa cenno il prologo del Vangelo di san Giovanni: «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1,1), era dunque presso il Padre all'inizio della creazione, perché «tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste» (Gv 1,3).

Mirabile unità della Trinità, dove la relazione d'amore del Padre e del Figlio è sostanziale, è lo Spirito Santo, che procede da entrambi!

La comunione trinitaria è l'unità-distinzione delle tre Persone divine, uguali e distinte.

Se Dio è Amore, tutto è stato creato per amore, tutto nella creazione dice relazione e reciprocità. Nel cosmo è, dunque, possibile cogliere un rapporto invisibile, una legge di armonia e un afflato di vita. Dio ha creato l'universo secondo un disegno d'amore, che manifesterà nella pienezza dei tempi in Cristo Signore.

Siamo creature uscite dalle mani di Dio, plasmate dal suo amore, fatte in mutuo dono le une per le altre.

Il cosmo riflette l'essenza del suo Creatore. La materia inanimata, il mondo vegetale e animale portano in sé le vestigia di Dio. Alberi, piante, animali tutto sta in relazione d'amore; un rapporto di reciprocità e mutuo aiuto è sottinteso a tutto il creato e sostiene l'equilibrio del cosmo.

Al centro della creazione si colloca l'«uomo» creato a immagine di Dio come relazione d'amore: uomo-donna, «comunione di persone», così come la Trinità è comunione di Persone.

Il cosmo è creato così in dono per l'uomo.

Comprendiamo perché l'«uomo», col peccato originale, ribellandosi a Dio, abbia negato se stesso, perché si è negato come relazione d'amore. Il peccato originale è rottura del rapporto con Dio, con la creazione e spaccatura dello stesso «uomo». L'equilibrio della creazione è stato sconvolto, ma Dio, nel suo amore infinito, ha escogitato una via di salvezza, una nuova creazione. Il racconto della creazione, con la caduta di Adamo ed Eva, si chiude, infatti, con l'annuncio della redenzione, quando Dio, rivolto al serpente, dice: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa» (Gn 3,15).

Maria, nuova Eva, è l'alba della nuova creazione. Per lei e in lei il Verbo si incarnerà, e la creazione assisterà ammutolita al prodigio di Dio fatto bambino in braccio ad una Vergine.

San Paolo, parlando di Gesù, ci dice che egli è venuto per rimettere l'umanità e il creato nella giusta relazione con Dio (cfr. Rm 10,4). Egli viene a riconciliarci in lui col Padre, fra noi e col cosmo.

Il mistero di Cristo assomma in sé la realtà della creazione e quella della redenzione. «Tutto è stato fatto per mezzo di lui» (Gv 1,3), tutto sarà rifatto, ricapitolato per lui e in lui. Ecco l'inscindibile rapporto tra creazione e redenzione. La creazione attende la redenzione, che la porterà alla sua pienezza.

San Paolo esprime, mirabilmente, l'ansia della creazione quando dice che «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio… e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione» (Rm 8,19-21), in quel giorno in cui Cristo sarà tutto in tutti; solo allora, nella gioia della piena comunione, l'«uomo» sarà pienamente se stesso nel Verbo incarnato, sarà cioè in Cristo Signore, relazione d'amore con Dio, con l'umanità e col cosmo.

Noi siamo già, nella fede, quello che saremo, la nostra vita è già in Cristo risorto, tuttavia l'avvento del Regno di Dio, nella sua pienezza, deve ancora avvenire, da qui la necessità di rivedere la nostra vita e le nostre relazioni alla luce del mistero della creazione e della redenzione, alla luce cioè di questo splendido piano di grazia del Padre, da lui concepito per comunicarsi e rivelarci il suo amore in Cristo, nello Spirito; ci ha predestinati, infatti, ad essere suoi figli e figlie nel Figlio nella gioia della nuova creazione e nell'incanto dei nuovi cieli e della nuova terra che ci attende alla fine dei tempi.

Siamo stati fatti ad immagine di Dio per essere partecipi della vita di comunione della Trinità; amare è, allora, essere se stessi, è ritrovare il proprio equilibrio originario, è risanare le ferite inflitte dalle conseguenze del peccato originale; amare è risalire con Gesù, in Gesù, per Gesù una china, nella quale siamo caduti, su, su, fino a trovare l'armonia della nuova creazione, dove la relazione più perfetta rivelatrice di Dio è quella di Gesù con Maria, nella quale tutti noi siamo espressi e, in qualche modo, contenuti.

sr. Nunziella

 

 Carissime e carissimi tutti,

in questo Punto luce vorrei riprendere con voi un tema a me caro: lo Yoga mariano.

In ogni epoca, non sono mancate persone insigni, che, in vario modo, si sono contraddistinte per la loro testimonianza di vita.

Davanti a questi innumerevoli esempi, mi è sorta spontanea una domanda: "Che cosa vuole Dio da me?".

La risposta a questo interrogativo mi ha ricondotta alla mia specifica vocazione all'Amore, che si è rivelata essere un cammino di santità non solamente mio personale, ma anche comunitario e aperto a tutti; ma che cos'è l'Amore, il Bell'Amore, che dà senso alla nostra vita?

È quanto vorrei approfondire con voi per rimettere a fuoco quella scelta di Dio, che sostiene e guida la nostra vocazione cristiana.

 

Se non riusciamo a stabilire veri rapporti di comunione con gli altri è, probabilmente, perché non sappiamo perdere il nostro modo "personale" di amare, per farci guidare dall'Amore.

L'Amore è una Persona, lo Spirito Santo, si tratta, allora di amare l'Amore e di lasciarci "vivere" da esso; ma spesso noi ci lasciamo, invece, guidare dalle nostre passioni e dai nostri sentimenti.

Quante volte siamo spinti ad essere gentili con una persona, mentre lo Spirito Santo, se lo ascoltassimo, ci spingerebbe ad esprimerci con forza, senza pericolose debolezze. Può anche capitare il contrario: che usiamo dei toni risoluti, là dove sarebbe opportuno un modo di fare più mite e garbato.

Lo Spirito Santo in noi, essendo una Persona diversa da noi, è l'Amore, non è il "nostro" amore, dobbiamo imparare a sintonizzarci su di lui.

Il Padre e il Figlio, nella Trinità, si amano nello Spirito, nel suo soffio rinnovatore si snoda la vita della Vergine Madre e del Corpo mistico; poco prima di morire, Gesù ci assicura il suo invio: «è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò» (Gv 16,7).

Gesù muore in croce per renderci partecipi della sua vita divina, per farci figli e figlie di Dio, dandoci il suo Spirito.

L'immagine della mamma, che rischia la vita per dare alla luce il suo bambino, esprime bene la realtà di Gesù crocifisso che dà la sua Vita, emettendo lo Spirito (cfr. Gv 19,30); da risorto appare agli Apostoli alitando su di loro, donando lo Spirito Santo, soffio vivificatore (cfr. Gv 20,22), senza il quale non potremmo né essere innestati in Cristo, né amare, in Dio.

Noi non conosciamo abbastanza lo Spirito consolatore, spesso non abbiamo un rapporto profondo ed esplicito con lui, eppure la nostra vita può assumere i toni della novità perenne se amiamo con l'Amore e non col "nostro" amore umano.

Personalmente ho scoperto un modo per mettermi in comunione con lo Spirito, facendomi aiutare da Maria: lo Yoga mariano.

La Vergine Madre è l'unica persona al mondo che, come nessun'altra, ha avuto un rapporto particolarissimo con lo Spirito Santo; avendo concepito nel suo seno Gesù ad opera dello Spirito, si è ritrovata ad entrare in comunione con lui, prima ancora della nascita del Verbo incarnato. Dopo l'Annunciazione, alla Pentecoste, è stata presente, quale Madre, là dove, ad opera dello Spirito, è nata la Chiesa: Corpo mistico di Cristo.

Nessuno può guidarci nelle vie dello Spirito come Maria, insegnandoci a vivere in comunione con lui, momento per momento, nella vita quotidiana.

Vorrei qui spiegare come ho imparato ad ascoltare la voce dello Spirito, che, interiormente, mi sollecita e mi guida.

In ogni attimo della vita mi ritrovo, come tutti, a fare le cose più disparate: consolare qualcuno, fare una visita, ascoltare una persona; la vita di tutti i giorni è fatta di tutto questo.

Nell'attimo presente, per mettermi in sintonia con lo Spirito, per prima cosa scelgo l'Amore, lo Spirito Santo, scelgo cioè Dio, in modo concreto, ciò significa che scelgo di amare non più col mio amore umano, che spesso fallisce, ma con l'Amore, con la A maiuscola, che non conosco. Io non so che cosa lo Spirito Santo, in me e tramite me, voglia fare in quella situazione; allora mi determino, faccio una scelta di fondo: decido di non scegliere me stessa e le mie vedute, ma l'Amore, Dio, così rinnego me stessa, almeno nelle disposizioni iniziali della mia volontà.

Per rinunziare al mio modo "umano" di amare, cerco di non pensare a niente, di non coltivare ricordi del passato o attese relative al futuro. Se, infatti, trovandomi davanti ad una persona, avessi delle idee preconcette su di lei, non riuscirei a darle fiducia.

Per essere libera e in grado di amare, faccio silenzio interiormente: non penso a niente, né di positivo, né di negativo, neanche al fatto che non voglio pensare a niente, anche questo sarebbe un pensiero capace di procurarmi qualche tensione interiore. Insomma, mi rilasso e, per distendermi, respiro, a volte, profondamente. In queste condizioni di spirito, mi rivolgo a Maria, dicendole: "Mammina, vivimi tu!". Con questa invocazione esprimo la mia volontà di farmi, in qualche modo, vivere da Maria, per essere guidata e vivificata dallo Spirito, essendo la vita della Vergine Madre tutta animata dallo Spirito Santo. Non voglio cioè "vivere" io, perché Maria mi guidi lei sulle vie dello Spirito.

Scegliere l'Amore e rinnegare me stessa, senza pensare a niente, è per me un modo di dire a Gesù crocifisso: "Crocifiggimi in te!", in modo che, sulla morte del mio io, operi lo Spirito Santo, "marianizzando", per così dire, la mia persona.

Dopo aver invocato Maria dicendole "Mamma, vivimi tu!", nella pace interiore, faccio ciò che mi sembra meglio, cercando di cogliere quanto lo Spirito mi suggerisce. Prima di agire chiedo, a volte, a Gesù di bloccarmi lui in qualche modo, nel caso in cui mi sbagliassi nel discernere la voce dello Spirito dentro di me. Potrei sempre lasciarmi catturare da altre spinte interiori derivanti dall'io o dall'altro: dal maligno, senza saper discernere la mozione dello Spirito che mi spinge a dare la risposta d'amore più adeguata alla situazione che vivo. Gesù, se lo lascio fare, chiedendogli di "assumermi", saprà, certamente, crocifiggere in me il mio io insieme con lui sulla croce, per farmi risorgere, in lui, ad una vita nuova (cfr. Rm 6,4), lo invoco, perciò, spesso, prima di agire, dicendogli: "Gesù, assumimi tu!".

Scegliere l'Amore, non pensare a niente, rilassarci, invocare Maria perché ci aiuti a sintonizzarci sulle mozioni dello Spirito Santo, lasciandoci "assumere" da Cristo Gesù, è un modo di raccoglierci per discernere e compiere ciò che è conforme alla volontà di Dio nel momento presente; ha anche il vantaggio di portarci, insensibilmente, alla preghiera continua, alla quale ci esorta Gesù: «Vegliate e pregate in ogni momento» (Lc 21,36). 

Questo metodo, che mi piace chiamare Yoga mariano per la parte che in esso svolge Maria, è un mezzo efficace, per collocarci in un atteggiamento orante fin dal mattino, scegliendo    l'Amore in modo esplicito e non ritrattando tale opzione di fondo, durante la giornata; essa informerà, così, tutta la nostra vita. Tale scelta dell'Amore può essere rinnovata dopo ogni caduta, quel che conta è ricominciare e rimetterci in un atteggiamento di distensione, sapendo che ogni giornata non ci è data per appesantire la mente dai molti pensieri, come dice la Scrittura (cfr. Sap 9,15), ma per amare.

Il passato è nella misericordia di Dio, il futuro non sappiamo se verrà, potremmo morire in ogni momento, la pienezza della nostra vita si esprime nella più grande semplicità, imparando da piccoli, alla scuola di Maria, la via dell'Amore; sarà lei a condurci, rendendoci atti ad ascoltare la voce dello Spirito, che, maternamente, ci istruisce sulle cose grandi e piccole della nostra vita.

"Mamma, vivimi tu! Spirito, vivificami!", con queste invocazioni sulle labbra e nel cuore, la vita cambia, non siamo più soli: Maria ci conduce, insegnandoci l'Amore, spingendoci ad amare il prossimo, in modo nuovo. Sperimenteremo, così, la pace e la soavità dello Spirito, che, interiormente, ci abita, illuminandoci e riscaldandoci.

Se siamo tristi, è perché, nella nostra vita, manca lo Spirito Santo, fonte di gioia. Gesù è morto sulla croce per darci la sua gioia (cfr. Gv 15,11).

Se il cammino della santità diventa difficile, è perché manca Maria: là dove i grandi, che sono sempre piccoli, non ce la fanno, arriverebbero sicuramente in porto, se si lasciassero prendere in braccio da una Mamma che li ama.

Vivendo così, anche il passaggio all'altra vita diventerà più facile: basterà invocare Maria con fiducia ed amore: "Mamma, vivimi tu!" e addormentarci tra le sue braccia, per risvegliarci ancora tra le sue braccia.

 

 sr. Nunziella

 

SLOGAN:       Lo yoga mariano

 

- Scegli l'Amore

- Fa' silenzio interiormente

- Distenditi

- Invoca Maria: "Mamma, vivimi tu!"

- Ascolta lo Spirito Santo

- Fa' quello che ti suggerisce

Dearest all,

we are at the beginning of September, we have recently celebrated the two professions of sr. Silvia and sr. Diva, let us thank God for these new vocations flowered in the garden of the Church and let us take up our path on the way of sanctity with a renewed vigor, certain of God’s faithfulness, who has wanted and loved us since eternity.

I would now like to meditate with you on the relationship Jesus-Mary and on the possibility for us and for everyone to participate in it. It seems to me that there is still very much to discover on the mystery of this relationship, because from my point of view, the Church has not  deepened enough the christology in relation to the Virgin.

The vocation of humanity and creation, looking at its mystery, can be explained in light of Jesus-Mary’s relationship, “being Mary for Jesus” is the vocation of every man and of every woman called, so to speak, to give flesh to God, in the sense that Mary, Mother of the Word Incarnate and Mother of us, expresses the destiny of us all, the deep sense of our life, the only universal vocation of humankind: to generate Jesus in and among us, in communion with her, participating in her life, welcoming from the Holy Spirit the grace of participation in her maternity towards Jesus, who continues his incarnation in us.

If Jesus is the mediator between the Father and humanity, Mary is placed between us and Christ, none of us will ever have her experience, because all of us enter in relationship with Jesus born from her, who already has taken the flesh from her. Mary, the one and only immaculate flower of humanity and of creation, has generated God in the flesh; in her, in the mystery of the incarnation, the history and the creation, in a certain way, are synthesized and have reached their climax. The history of Israel blooms in the birth of the Messiah, all creation produces its most beautiful fruit: the Word Incarnate, all this through Mary.

To be christian or to be marian are, in my opinion, synonymous; on this view, it is not a matter of imitating Mary, but rather receiving from the Holy Spirit a grace of participation in her life, it deals, so to speak, with letting one’s self be lived by her in order to enter into her and establish through her the only possible true relationship with Jesus: that one of Mary. The Virgin Mother, having been chosen by God, is an obligatory path for Christ; she is the intercessor for all graces received from the Son so that she may distribute them to her sons and daughters, as the most loving Mother; placing ourselves in her heart, in communion with her, we learn to love Jesus with maternal love, generating him in every brother and sister we meet, generating him in us and among us. Through Mary, Jesus Christ continues his incarnation in the Church of all times.

Only Love, who is the Holy Spirit, can make us understand the mystery of Mary. It is necessary that we allow ourselves to be led by grace, living the ‘nothingness’ of one’s self, only in this way does one become Mary.

At times, we love God with “our” human love, but it’s necessary to be able to love God with his own Love, who is a person, the Holy Spirit, only in this way can we take part in Mary’s life, the woman of love. As St. Maximilian Kolbe explains, if the Word was incarnated in Jesus, the Holy Spirit was almost incarnated in Mary.

If humanity’s vocation is to “be Mary for Jesus”, the reality can look like a great “mystery”, in which we contemplate only Jesus and Mary and, in their reciprocal love, all humanity and all Heaven with the Trinity. The Holy Virgin is the relationship with Jesus, in her, the Spirit loves the Son, in her, is the explanation of the true unity with God and with humanity reachable by every man and every woman.

After the death and resurrection of Jesus, Mary takes the whole humanity into the love that she has for her Son.

By the Holy Spirit, Mary conceived the Son, later at Pentecost, surrounded by the apostles, welcomed the Holy Spirit who verifies and sustains the rising Church: the mystical Body of the Son.

Mary, living today in those who allows themselves to be “marianized” by her presence, still seeks her son in the humanity, in the men and women of our time and embraces every brother and sister in her relationship with Jesus; she is Mary for Jesus. We could say that all of us, sons and daughters of Mary, united to her, almost as her mystical presence, as “One Mother”, we continue the generation of the Word in the flesh, generating his presence in each of us and among us.

It is not possible to think of Christ without Mary.

Through us, Mary lives her mystical maternity towards the whole Christ, we understand her role as intercessor between us and Jesus; only in her, trying to see people and things through her eyes, will we be able to understand what it means to love as mother.

Who is the Word incarnate? Who really is Mary? Jesus and Mary are not outside of us, they are in us, or better, we are in them.

The mystery of the incarnation, fulfillment of history and of creation, is the incomparable beauty of the virginal relationship between Jesus and Mary, which contains us all.

The destination of humanity has been, wonderfully, fulfilled in the offering to God of an immaculate creature, made mother of God; in her, the true vocation of every man  and of every woman has become “giving the flesh” to the Word of God, letting themselves “be lived” by her, under the guidance of the Holy Spirit.

When the trinitarian Love wanted to reveal itself in the flesh, it became the communion of Jesus and Mary, synthesis of the new creation.

We just have to pray to Jesus Christ to introduce us, with his grace, into this mystery, which is immeasurable beauty.

 

Jesus, reveal your secret to me:

the Love which unites you to the Father,

breathe on me your Spirit,

send me the Consoler

and I’ll know that Love is a person.

I will love with Love

and I will be in you, in the Trinity,

with Mary and the other sons and daughters

of the only Father.

 

Jesus share your love with me:

that one which unites you to the Mother

and I will be, in her and with her,

her mystical presence here on earth,

intent on generating, in you,

the other sons and daughters

of the only father

 

O splendor of the Father,

Christ our Lord, assume me in you,

carry me in you, with the Mother,

into the Father’s bosom.

 

To fully live our relationship with Jesus we have to let ourselves be lived by Mary, it will be her to carry us to Christ; in communion with her, let us love Christ present in us, among us, in the Word, in the Eucharist, in the Church… wherever, offering him our every action, every cry of our heart: “For you, Jesus, with you, Mary!”

 sr. Nunziella

 

Slogan:

“For you, Jesus, with you, Mary!”

“Mom, live me”

 

Carissime e carissimi tutti,

siamo all’inizio del mese di settembre, abbiamo da poco celebrato le due professioni di sr. Silvia e sr. Diva, ringraziamo Dio per queste nuove vocazioni fiorite nel giardino della sua Chiesa e riprendiamo il nostro cammino sulla via della santità con rinnovato slancio, certi della fedeltà di Dio, che da tutta l’eternità ci ha voluti e amati.

Vorrei ora meditare con voi sulla relazione Gesù-Maria e sulla possibilità per noi e per tutti di partecipare ad essa. Mi sembra che ci sia ancora molto da scoprire sul mistero di questo rapporto, perché nella Chiesa non si è, a mio avviso, abbastanza approfondita la cristologia in relazione alla Vergine.

 

La vocazione dell’umanità e del creato, se vogliamo coglierla nel suo mistero, può spiegarsi alla luce del rapporto Gesù-Maria; “essere Maria per Gesù” è la vocazione di ogni uomo e di ogni donna chiamati, per così dire, a dare la carne all’uomo-Dio, nel senso che Maria, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra, esprime il destino di tutti noi, il senso profondo della nostra vita, l’unica vocazione universale del genere umano: generare Gesù in noi e fra noi in comunione con lei partecipando alla sua vita, accogliere dallo Spirito Santo la grazia di partecipazione alla sua maternità nei riguardi del Figlio, che continua la sua incarnazione in noi.

Se Gesù è il mediatore tra il Padre e l’umanità, Maria si pone tra noi e Cristo, nessuno di noi farà mai la sua esperienza, perché tutti noi entriamo in rapporto con Gesù nato da lei, che ha già preso la carne da lei. Maria, unico fiore immacolato dell’umanità e del creato, ha generato Dio nella carne; in lei, nel mistero dell’incarnazione, la storia e la creazione, in qualche modo, si sintetizzano e toccano il loro punto culmine. La storia di Israele sfocia nella nascita del Messia, tutta la creazione produce il suo frutto più bello: il Verbo incarnato, tutto questo attraverso Maria.

Essere cristiani o essere mariani sono, a parer mio, sinonimi; in questa prospettiva non si tratta tanto di imitare Maria, quanto di ricevere dallo Spirito Santo una grazia di partecipazione alla vita di lei, si tratta, per così dire, di lasciarsi vivere da lei per entrare in lei e instaurare, tramite lei, l’unico vero rapporto che si possa instaurare con Gesù: quello di Maria. La Vergine Madre, essendo stata scelta da Dio, è strada obbligatoria per Cristo; è lei la mediatrice di tutte le grazie ricevute dal Figlio perché le dispensi sui suoi figli e figlie, quale Madre amorosissima; collocandoci nel suo cuore, in comunione con lei, impariamo ad amare di amore materno Gesù, generandolo in ogni fratello e sorella che incontriamo, generandolo in noi e fra noi. Per Maria, Cristo Signore continua la sua incarnazione nella Chiesa di tutti i tempi.

Solo l’Amore, che è lo Spirito Santo, può farci comprendere il mistero di Maria. Bisogna lasciarsi portare dalla grazia vivendo il nulla di sé, solo così si diventa Maria.

A volte noi amiamo Dio col “nostro” amore umano, ma Dio bisogna arrivare ad amarlo col suo stesso Amore, che è una Persona, lo Spirito Santo, solo così siamo resi partecipi della vita di Maria, la donna d’amore. Come spiega san Massimiliano Kolbe, se il Verbo si è incarnato in Gesù, lo Spirito Santo si è quasi incarnato in Maria.

Se la vocazione dell’umanità è “essere Maria per Gesù”, la realtà può apparirci come un grande “mistero”, in cui contempliamo solo Gesù e Maria e nel loro reciproco amore tutta la terra con l’umanità e tutto il Cielo con la Trinità. La Vergine è la relazione con Gesù, in lei lo Spirito ama il Figlio, in lei è la spiegazione della vera unità che ogni uomo e ogni donna può raggiungere con Dio e con l’umanità.

Per opera dello Spirito Santo Maria concepisce il Figlio, più tardi, a Pentecoste, accoglie, circondata dagli apostoli, lo stesso Spirito che vivifica e sostiene la Chiesa nascente: il Corpo mistico del Figlio.

Dopo la morte e la risurrezione di Gesù, Maria prende dentro il suo amore per il Figlio tutta l’umanità.

Maria, vivente oggi in chi si lascia “marianizzare” dalla sua presenza, cerca ancora suo Figlio nell’umanità, negli uomini e nelle donne del nostro tempo e ingloba nella sua relazione con Gesù ogni suo fratello e sorella; è Maria per Gesù. Potremmo dire che tutti noi, figli e figlie di Maria, uniti a lei, quasi mistica presenza di lei, “unica Madre”, continuiamo la generazione del Verbo nella carne, generando la sua presenza in ciascuno di noi e fra noi.

Non è pensabile Cristo senza Maria.

In noi, Maria vive la sua mistica maternità verso il Cristo totale, comprendiamo il suo ruolo come mediatrice tra noi e Gesù; solo in lei, provando a guardare persone e cose da dentro i suoi occhi, cogliamo cosa significhi amare da madre.

Chi è il Verbo incarnato? Chi è veramente Maria? Gesù e Maria non sono fuori di noi, sono in noi, o meglio noi siamo in loro.

Il mistero dell’incarnazione, compimento della storia e della creazione, è l’incomparabile bellezza della relazione verginale tra Gesù e Maria, che tutti ci contiene.

Il destino dell’umanità si è, mirabilmente, compiuto nell’offerta a Dio di una creatura immacolata, fatta madre di Dio; in lei la vera vocazione di ogni uomo e di ogni donna è diventata quella di “dare la carne” al Verbo di Dio, lasciandosi “vivere” da lei, sotto la guida dello Spirito Santo.

Quando l’Amore trinitario ha voluto rivelarsi nella carne è diventato la comunione di Gesù e Maria, sintesi della nuova creazione.

Non ci resta che pregare Cristo Signore di introdurci con la sua grazia in questo mistero, che è infinita bellezza.

 

Svelami Gesù il tuo segreto:

l’Amore che ti unisce al Padre,

alita su di me il tuo Spirito,

inviami il Consolatore

e saprò che l’Amore è una persona.

Amerò con l’Amore

e sarò in te, nella Trinità,

con Maria e gli altri figli e figlie

dell’unico Padre.

 

Partecipami Gesù il tuo amore:

quello che ti unisce alla Madre

e sarò, in lei e con lei,

sua mistica presenza qui in terra,

intenta a generare, in te,

gli altri figli e figlie

dell’unico Padre.

 

O splendore del Padre,

Cristo Signore, assumimi in te,

portami in te, con la Madre,

nel seno del Padre.

 

Per vivere pienamente il nostro rapporto con Gesù dobbiamo allora lasciarci vivere da Maria, sarà lei a portarci a Cristo; in comunione con lei amiamo Cristo presente in noi, fra noi, nella Parola, nell’Eucaristia, nella Chiesa... ovunque, offrendo a lui ogni nostra azione, ogni gemito del nostro cuore: “Per te, Gesù, con te, Maria!”

 

sr. Nunziella

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