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Carissime e carissimi tutti,
siamo ormai in piena calura estiva, in questo tempo di vacanze e spero di riposo, penso sia particolarmente utile cogliere il senso cristiano della cura del nostro corpo, perché tempio di Dio. Il silenzio interiore che ci rende capaci di seguire le mozioni dello Spirito Santo, richiede anche la giusta distensione fisica; nell'agitazione è difficile vivere un vero abbandono fiducioso per farsi condurre da Dio sulle sue strade.
Maria ci custodisca e avvolga nel suo manto.
A tutti buone vacanze!


IL VOSTRO CORPO È TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO (1COR 6,19).

C'è una richiesta nella preghiera del Padre nostro che richiama particolarmente la nostra attenzione sulla realtà della nostra corporeità: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6,11). Gesù ci ha insegnato a chiedere ogni giorno al Padre il cibo materiale che nutre il nostro corpo e ancor più il "pane della vita": l'Eucarestia, pegno e causa della nostra risurrezione.
Il Figlio di Dio non si è, per così dire, angelicato, ma incarnato; ha conosciuto i bisogni della nostra umanità, ha avuto un corpo in tutto come il nostro; ha redento interamente la nostra persona: corpo-anima. Tutto è stato creato in vista di lui (cfr. Col 1,16), anche la creazione degli angeli è in funzione del piano della salvezza.
Il Verbo incarnato, non è diventato un angelo, assumendo la natura umana non ha conosciuto e amato Dio solo spiritualmente, per questo egli è il nostro Salvatore, sia relativamente alla nostra anima, sia relativamente al nostro corpo.
Nel Cristianesimo c'è il superamento del dualismo anima-corpo della filosofia greca. Anche la nostra carne conoscerà la gloria futura, ciò significa che il nostro corpo, in quanto creato da Dio, è buono in tutte le sue prerogative, nel suo modo di funzionare, nei suoi bisogni.
«Vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31), dirà la Genesi, riferendosi al Creatore. Dobbiamo allora accettarci dalle mani di Dio, così come siamo.
Gesù Redentore viene a salvarci non solo spiritualmente, ma anche corporalmente. Il mistero del Risorto riguarda, in modo particolare, il nostro corpo, non è un altro corpo che risorgerà, ma il nostro. Il corpo di Gesù risorto è segnato dalle piaghe gloriose, è quello stesso che prima è stato martoriato e trafitto sulla croce.
In Paradiso, il Risorto ha un cuore di carne che batte con palpiti umani. Cristo Gesù assumendo la nostra natura umana, l'ha portata al di sopra degli angeli; in lui anche noi avremo un giorno un corpo capace di sperimentare la pericoresi trinitaria, l'armoniosa bellezza della comunione dei risorti.
Il nostro corpo e le nostre passioni possono sostenere e potenziare la nostra vita spirituale; stanno a dimostrarlo i santi e le sante di tutti i tempi col loro ardore e i loro grandi sentimenti. La santità in fondo non è altro che innamorarsi di Dio e amarlo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze; essere interamente suoi e, in lui e per lui, interamente di coloro che egli ci dona quali fratelli e sorelle, figli e figlie, compagni e compagne di viaggio nell'ascesa verso di lui.
Siamo chiamati a esprimere la bellezza del mistero dell'incarnazione operante in noi; l'Amore ci suggerirà il modo di coinvolgere anche il nostro corpo e la nostra stessa psicologia nell'esperienza di Dio fino a trovare i mezzi più efficaci, così come avviene per lo spirito attraverso la lettura, lo studio, la meditazione…
Sappiamo, per esperienza, che le emozioni si iscrivono nel nostro corpo: quante volte ci ritroviamo stanchi, senza energie, senza neanche la forza di ridere a causa dell'intensità con cui abbiamo reagito davanti a certe situazioni! Noi siamo un tutt'uno: il rispetto di un ritmo di vita, le giuste ore di sonno, lo sport, il corretto dosaggio tra lavoro e riposo..., l'armonia dei vari aspetti concreti dell'esistenza quotidiana influisce non poco sulla nostra vita spirituale.
È anche grazie alla vita istintiva e alle passioni che la responsabilità dei nostri atti, anche delle nostre colpe, è spesso mitigata, perché non sempre la nostra determinazione è sufficientemente lucida; la tentazione, per esempio, può condurci fino al punto di sperimentare, interiormente, la lotta interiore per la quale la volontà aderisce al bene, mentre le nostre passioni e inclinazioni vanno in un'altra direzione. Eppure questa nostra corporeità è anche un aiuto potente per lo spirito, se ben armonizzata con le scelte di fondo della nostra vita.
Non si può ascoltare la voce dello Spirito nell'agitazione. Non va trascurata, a questo proposito, l'importanza della distensione fisica: ciascuno ha da trovare i mezzi adatti per rilassarsi: una passeggiata, qualche esercizio respiratorio, un po' di ginnastica, tutto può servire.
Tutto ciò che ha a che fare col corpo è spesso oggetto di studio della psicologia, della medicina, della bioetica, o di altre scienze umane, sembra che la spiritualità cammini da un lato e le scienze umane dall'altro. È esigita una spiritualità che inglobi, in modo integrale, la persona, anche nella sua corporeità. Noi possiamo dimenticare che un giorno il nostro corpo sarà rivestito di immortalità, vedremo nuovi cieli e una nuova terra, anche la nostra persona canterà allora la sua liberazione con tutta la creazione.
Siamo tempio di Dio, dobbiamo dunque prenderci cura del nostro corpo, facendo in modo di custodire anche la salute per amare meglio Dio e gli altri. Tuttavia la salute non è un bene così importante come la vita, la Vita vera quella infinita è la meta a cui ognuno di noi, integralmente preso, tende continuamente, camminando nella via dell'Amore, nella quale salute e malattia sono solo tappe della stessa strada.
Dobbiamo vivere la nostra esperienza di vita cristiana corpo-anima, anche il nostro corpo è destinato alla gloria, anch'esso deve entrare nell'esperienza di dio, perché è tempio di Dio.

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