Milioni di giovani in cammino per le strade di Roma; tanti chilometri, segnati dal contapassi del cuore. Un cammino di speranza orientato verso Gesù, vera luce che brilla anche nelle tenebre di questo nostro tempo. A Roma, fiumi di giovani, fieri di sventolare le loro bandiere, con l’orgoglio sano di chi sa che le differenze non definiscono i nemici, ma sono una possibilità per incontrare il diverso da sé fuori dalla propria solitudine. Come di rito ci si scambia oggetti, si firmano le magliette, ognuno desidera portare con sé un ricordo dell’esperienza di essersi sentiti, almeno per qualche giorno, tutti fratelli, amici, umani, custodi dell’immagine di Cristo. Tra questi giovani c’eravamo anche noi, provenienti da Palermo, Messina e Monaco di Baviera: un piccolo gruppo ma di diverse nazionalità e diverse lingue. Siamo arrivate in aereo, qualcuna in treno, abbiamo partecipato ad alcuni eventi organizzati in città, siamo salite su metropolitane gremite di giovani e della loro allegria. Ci siamo immerse nella marea di ragazzi in cammino verso il Circo Massimo, per accostarci al sacramento della Riconciliazione.
Il clou è stata l’esperienza di Tor Vergata, dove una distesa immensa di persone ha sperimentato come si possa avere il cuore pieno con poco o quasi niente di materiale. Fino a tarda sera arrivavano gruppi che trovavano posto ormai anche fuori dai reparti predisposti, e risuonavano canti, balli e risate fino ad un momento speciale: la veglia con papa Leone e l’esposizione del Santissimo. Oltre un milione di giovani vivace e in movimento ha saputo fermarsi, fare silenzio. Sotto i nostri occhi, Gesù ha fatto dei tanti “un cuor solo e un’anima sola”, un’immagine profetica. Alcuni dei ragazzi venivano da Paesi in guerra e per una notte a svegliarli non sono state le bombe, ma il tenero “scherzo” di una pioggia improvvisa che non ha rovinato la notte sotto le stelle. Il mattino del 3 agosto, la celebrazione eucaristica ha sigillato un’esperienza di vita cristiana che difficilmente potrà essere dimenticata.
Ecco l’eco di alcune delle giovani del nostro gruppo:
“La mia esperienza al Giubileo a Roma nel 2025 è stata incredibilmente toccante. Particolarmente suggestiva è stata la notte a Tor Vergata, dove abbiamo dormito tutti insieme e si è percepito fortemente questo senso speciale di comunità. La Messa del mattino presto con il Papa è stato un momento indimenticabile e intenso, che mi ha profondamente commosso”. Sibella, 18 anni.
“È stato per me un viaggio meraviglioso! Ho portato con me molto a livello personale e, soprattutto, ho trovato molto bello parlare con il sacerdote durante la confessione, anche se avevo sempre avuto un'idea diversa della confessione. Quel momento mi ha fatto vedere le cose sotto una nuova luce. Oltre all’incontro con persone diverse, è stato molto bello anche il discorso del Papa”. Mariam, 20 anni.
“Le giornate trascorse a Roma in occasione del Giubileo dei giovani si sono caratterizzate per la forte esperienza di grazia, fraternità e comunione che ho sperimentato. Vedere tutti quei giovani provenienti da ogni parte del mondo, tutti lì per qualcosa o, meglio, per Qualcuno, ha cambiato il mio modo di vivere il mio cammino di fede. Mi sento meno sola e unita spiritualmente ai tanti fratelli e sorelle che ovunque cercano di costruire il Regno di Dio. Sono partita con la speranza di trovare tante risposte alle domande che da tempo mi pongo sulla mia vocazione. Sono tornata con tante risposte, con altrettante domande e con una forte consapevolezza di ciò che conta davvero. Credo che la mia esperienza al Giubileo possa essere riassunta da una frase del Papa stesso pronunciata durante la Veglia a Tor Vergata: “Non si sceglie mai qualcosa, ma Qualcuno.” Ho fatto esperienza della Bellezza e della Bontà del Signore insieme alle sorelle, compagne di viaggio e di cammino che ha messo al mio fianco. Sono tornata con un cuore nuovo e con molto più di ciò che mi aspettavo di ricevere”. Morena, 19 anni.

